Il Corso di laurea sperimentale ad orientamento professionale in “Tecniche della protezione Civile e Sicurezza del Territorio” è stato strutturato in conformità con quanto disposto dal DM 6/2019 del 7 gennaio 2019 (art. 8, comma 2). Esso si configura come un percorso di studi specifico per tecnici di alta formazione competenti in materia di Protezione Civile e, più in generale, di gestione del territorio.
Il Corso, che non dà accesso diretto alla Laurea Magistrale in Ingegneria Civile (LM-23) e in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (LM-35), è stato infatti concepito in stretta collaborazione con la Protezione Civile Regionale e il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati: l’obiettivo è di formare una figura professionale che possa inserirsi nell’ambito delle procedure di Protezione Civile e nella gestione del territorio.
La necessità dell’obiettivo formativo nasce dalla condizione territoriale, sia locale, sia nazionale, che vede crescere sempre di più la sensibilità riguardo alla gestione del territorio e alla gestione dell’emergenza. Diversi incontri, infatti, si sono tenuti con la “Protezione Civile Regionale” e il “Collegio dei Geometri e Geometri Laureati” della Provincia dell’Aquila che, con finalità e contenuti sostanzialmente affini, ritengono necessaria la formazione culturale e tecnica della figura professionale che il Corso intende fornire.
A valle degli incontri e confronti con la “Protezione Civile Regionale” e “Collegio dei Geometri e Geometri Laureati” è emersa infatti la necessità del mercato del lavoro di tecnici di alta formazione in grado di supportare le Amministrazioni nel pianificare la gestione delle emergenze, diretta conseguenza della gestione del territorio. Per evidenziare ulteriormente l’importanza della figura professionale formata dal Corso di Studio, si porta l’esempio della pianificazione comunale e intercomunale di emergenza, prevista dalla normativa. È evidente l’urgenza di formare tecnici in grado di concepire tali piani che, sostanzialmente, devono: identificare i potenziali eventi calamitosi; valutare l’entità delle strutture e servizi e quantificare il numero di persone esposti al danno; definire l’organizzazione operativa necessaria alla riduzione degli effetti (con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana); definire le responsabilità ai vari livelli di comando e controllo. Pertanto, è chiaro che la redazione dei piani deve passare per la definizione degli scenari di rischio (con valutazione della vulnerabilità, esposizione e pericolosità territoriale).
Il Corso, con un piano di studi altamente professionalizzante (e con insegnamenti dedicati), mira a formare tecnici in grado di pianificare la gestione del rischio del territorio e dell’emergenza, in grado di definire gli scenari di rischio, in grado di inserirsi nell’ambito della pianificazione, progettazione e gestione di sistemi e impianti civili e per l’ambiente e il territorio.
L’organizzazione didattica è una diretta conseguenza dell’obiettivo formativo e della tipologia del Corso. Essa è costituita da un biennio durante il quale, con modalità convenzionale, gli insegnamenti sono caratterizzati da uno spiccato orientamento professionalizzante affiancati a specifiche attività di laboratorio (sotto forma prevalente di esercitazioni pratiche). Il percorso formativo si chiude con un terzo anno dedicato a tirocini presso imprese, enti pubblici o enti privati per un totale di 51 CFU.
La prova finale permette l’acquisizione del titolo di studio.
Così come previsto dalla normativa nazionale, il Corso è ad accesso programmato, con un numero massimo di 50 studenti.